Csm, Cartabia: riforma urgente. No all'elezione con sorteggio, limiti ai magistrati in politica

Csm, Cartabia: riforma urgente. No all’elezione con sorteggio, limiti ai magistrati in politica

Proposta anche l’Alta Corte per le sanzioni disciplinari, ma verrà rinviata: serve una legge costituzionale. Perplessità di Lega e FI sul sistema elettorale, il Movimento invece è contro le “porte girevoli”

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il messaggero logo 600x119 1del 5 giugno 2021

Una credibilità da ricostruire. Qualcosa si è «guastato nel rapporto tra magistratura e popolo», dice la ministra Marta Cartabia durante la riunione con i capigruppo in Commissione Giustizia alla Camera.
Per questo motivo la riforma del Csm e dell’ordinamento giudiziario sono gli interventi «più urgenti» e «improcrastinabili»: le toghe devono essere non solo indipendenti e imparziali, ma anche «efficienti».

È il presidente della Commissione ministeriale incaricata del progetto di riforma del Consiglio superiore della magistratura, Massimo Luciani, a presentare a voce le proposte elaborate in una relazione di ben 90 pagine. Viene escluso il sorteggio per decidere la composizione del Csm, viene introdotto un meccanismo elettorale fondato sul voto singolo trasferibile, cioè su schede in cui gli elettori possono esprimere una graduatoria di preferenze.

Non vengono escluse invece le porte girevoli tra politica e magistratura, anche se vengono limitate: dopo l’esperienza politica i magistrati potranno tornare a indossare la toga, ma saranno obbligati a cambiare circoscrizione e potranno svolgere solo funzioni giudicanti collegiali.

Viene poi proposta dalla Cartabia e da Luciani l’introduzione di un’Alta Corte, indipendente dal Consiglio, per giudicare i magistrati sul piano disciplinare e per il controllo degli atti del Csm in modo da evitare i ricorsi al Tar: un cavallo di battaglia del Pd. Questo punto verrà però rinviato: è necessaria una legge costituzionale.

Si ipotizzano inoltre, nella riforma targata Cartabia, una stretta sui magistrati fuori ruolo, due soli cambi di funzione possibili nella carriera tra giudice e pm, e parametri più stringenti per le nomine dei magistrati al vertice degli uffici giudiziari.

La Commissione ha inoltre proposto criteri selettivi più rigorosi per i magistrati destinati alla Corte di Cassazione e l’introduzione del diritto di parola – ma non di voto – anche per gli avvocati all’interno dei consigli giudiziari, in merito alle valutazioni di professionalità dei magistrati. A due anni di distanza dallo scandalo delle nomine esploso con l’inchiesta che ha portato sul banco degli imputati l’ex pm Luca Palamara, l’obiettivo è quello di cercare di contenere la discrezionalità del Csm.

Le reazioni

L’incontro è stato giudicato «interlocutorio» dai rappresentanti di Forza Italia, della Lega e del M5S. Pd, Italia Viva, Azione e Leu invece hanno dato un giudizio positivo. I nodi: la riforma elettorale del Csm, che leghisti e forzisti vorrebbero per sorteggio, e la possibilità per i giudici in politica di tornare in magistratura, ipotesi sgradita a M5S in primis.

La Lega con Roberto Turri «sospende il giudizio». Spiegazione: «La relazione fatta dal professore Luciani è stata molto stringata ed alcuni contenuti non sono chiari, attendiamo di ricevere tutte le proposte. Sono dispiaciuto e perplesso che sia stato escluso il sorteggio  temperato per l’elezione del Csm».

«Perplesso» anche Pierantonio Zanettin di Forza Italia: «Il sistema di voto proposto è ancora peggiore di quello attuale, perché diventa facile controllare capillarmente il voto attraverso terzine e quartine». Di parere opposto il Pd, Azione e Italia viva.

Dice il dem Alfredo Bazoli: «Ci sono tutti i presupposti per una riforma seria che consenta di recuperare fiducia e credibilità nella magistratura. In particolare, sono molto significativi il rafforzamento delle valutazioni di professionalità dei magistrati, la responsabilizzazione dei dirigenti degli uffici sul controllo di performance e attività, il freno al carrierismo con stringenti vincoli al passaggio a nuovi incarichi direttivi, la separazione delle funzioni di fatto».

E afferma Enrico Costa, di Azione, “padre” del voto singolo trasferibile: «È una buona base di partenza. Su alcuni punti abbiamo delle riserve, su altri abbiamo espresso apprezzamenti: questa è la dinamica naturale di ogni confronto». Un plauso a metà da M5S con Mario Perantoni ed Eugenio Saitta: «Bene che sia stato conservato in larga parte l’impianto della riforma messa a punto da Bonafede, destra invece perplessità l’ipotesi di ritorno alle cosiddette “porte girevoli” tra politica e magistratura».

In ogni caso la Cartabia ha garantito che presto, dopo un incontro di maggioranza e la pubblicazione della relazione, convocherà un nuovo vertice per discutere dei dettagli della riforma del Csm.

 

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