Mossa della Cartabia pagelle alle toghe e valutazioni esterne

Mossa della Cartabia pagelle alle toghe e valutazioni esterne

Il Guardasigilli pensa a controlli di qualità sul lavoro dei giudici. Oggi plenum al Csm

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il messaggero logo 600x119 1del 23 marzo 2021

Magistrati più preparati, sottoposti a verifiche periodiche, e processi veloci che “neutralizzino” il nodo gordiano della prescrizione che, per ragioni politiche, non potrà essere reciso. Il tavolo di lavoro sulla riforma penale, presieduto dall’ex presidente della Consulta Giorgio Lattanzi, sta mettendo a punto gli emendamenti che il Guardasigilli Marta Cartabia dovrebbe presentare ai testi già incardinati alla fine di aprile. Si cerca la mediazione su molti punti, a partire dalla “revisione” della prescrizione, che può avvenire solo nell’ambito di una riorganizzazione dei processi.

Ma Cartabia, come ha sottolineato in commissione Giustizia alla Camera, punta molto anche sulla formazione dei magistrati. Oggi intanto, la ministra parteciperà al plenum del Csm presieduto dal presidente Mattarella, che approverà l’istituzione della Procura europea.

Valutazioni

L’idea annunciata dal vice presidente del Csm David Ermini, proprio sul Messaggero di domenica scorsa, di valutare le toghe è all’esame dei giuristi di via Arenula, che stanno studiando anche la riforma del Csm. Ma sembra escluso che le “pagelle” si basino su risultati concreti, come l’esito delle inchieste per i pm. La ministra sembra infatti più orientata a una periodica valutazione sulla formazione dei candidati o di chi già svolga ruoli direttivi e semidirettivi degli uffici giudiziari.

Cartabia lo ha detto con chiarezza in commissione Giustizia alla Camera, esponendo le linee guida del suo programma. Il Guardasigilli ipotizza infatti corsi obbligatori più lunghi di quelli attuali, che riguardino anche i profili organizzativi dell’amministrazione della giustizia e coinvolgano anche docenti «e testimoni esterni al circuito giudiziario». Sessioni di studio che si concluderanno con una valutazione seria del profilo attitudinale dei partecipanti.

E non è escluso che nei consigli giudiziari, attualmente costituiti presso ciascun distretto di Corte d’Appello (il numero dei componenti varia a seconda di quello magistrati in servizio nel distretto) possa proporzionalmente crescere il peso dei laici, docenti di diritto e avvocati, rispetto a quello dei togati, chiamati a valutare la professionalità dei colleghi.

Prescrizione

Il punto di equilibrio tra le diverse scuole di pensiero sulla prescrizione passa sicuramente dalla revisione globale dei processi, che avverranno in tempi più rapidi, rendendo eccezionale la chiusura dei procedimenti a causa dei ritardi. Nelle more si valutano tre ipotesi che comunque dovranno trovare l’accordo di tutti i partiti. La prima è quella di ancorare la prescrizione ai diversi gradi di giudizio. Ossia dare un tempo limite, per ogni step, per impugnazioni e celebrazione. Ma si valuta anche di spostare il congelamento della prescrizione, eliminata dalla riforma Bonafede, alla Cassazione.

Ipotesi ancora allo studio, la soluzione finale potrebbe essere varata attraverso un’ampia legge delega.
Ampliare l’accesso ai ritialternativi, incrementare il ricorso a condotte riparatorie, sospendendo i procedimenti penali con la messa alla prova dell’imputato, e allargare lo spettro della non punibilità per particolare tenuità del fatto, passa attraverso questi passaggi la cura del processo penale. Ma Cartabia ritiene che la principale innovazione sia ‘l’ufficio del processo”, già avviata in fase sperimentale. «Un modello organizzativo – ha spiegato “‘che rafforza la capacità decisionale del giudice inserendo nello staff gli assistenti – sul modello dei clerks anglosassoni – incaricati della classificazione dei casi, della ricerca dei precedenti giurisprudenziali e dei contributi dottrinali pertinenti e della predisposizione di bozze di provvedimenti». Una squadra che supporterebbe mil giudice nella fase organizzativa e preliminare del giudizio.

CSM

In Commissione Giustizia, la ministra ha spiegato che non bisogna nutrire «l’illusoria rappresentazione che un intervento sul sistema elettorale del Consiglio possa di per sé offrire una definitiva soluzione alle criticità che stanno interessando la magistratura italiana», perché nessuna legge può sovvertire un sostrato comportamentale e culturale.
Così la riforma elettorale del Csm potrebbe prevedere un rinnovo parziale ogni due anni che riguardi metà dei laici e metà dei togati.
In quest’ottica la continuità sarebbe mantenuta mentre potrebbero essere s oraggiate logiche spartitorie.

 

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